racchetta da ping pong

Ping pong

Il ping pong

“Allora…per la palla si fa così!” e l’insegnante posiziona la pallina sul tavolo da ping pong e la fa scendere verso di lui e la nasconde in una delle due mani e poi mi chiede “In che mano è la pallina? Si fanno due battute ciascuno e la partita va agli 11!

“Ah…ok …sono cambiate le regole in questi anni” gli rispondo sorpresa.

E si ricomincia!!

Era iniziato tutto in estate nel giugno del ’79-’80 a Cervia, mare Adriatico.

Sulla spiaggia, prima della lunga fila di sdraio e lettini, troneggiavano un paio di tavoli da ping pong.

Io avevo…lasciamo perdere…ero molto giovane e amavo giocarci, passavo le ore a fare i tornei con gli amici della spiaggia e a volte giocavo con mio papà. Il ping pong piaceva anche a lui e faceva una battuta d’effetto quasi imprendibile!

I miei primi rudimenti risalgono al giugno di quegli anni.

Ho coltivato questa passione negli anni dell’adolescenza. Quando mi capitava un tavolo tra le mani…subito mi organizzavo per giocarci con qualcuno, soprattutto durante i periodi estivi.

Da adulta … … … il nulla!

Anni e anni in cui non mi ci sono più trovata o non mi sono interessata o …non saprei.

Circa cinque anni fa però, durante una serata di gioco al calciobalilla (altra passione che ogni tanto viene rispolverata) in un locale di Torino, ridendo e scherzando viene fuori la mitica frase “Ci vediamo prox settimana al ping pong!”.

Cosa sentono le mie orecchie? Questo gruppo di bella gente si ritrova e gioca a ping pong? Ebbene sì, proprio così! Chiedo se posso aggiungermi e così fanno anche altri e tra un “Ci sono anche io” e un “Mi piacerebbe, se riesco vengo anche io” il gruppo si allarga e per qualche mese ci ritroviamo tutti quanti appassionatamente!

Beh…risate, schiacciate, battute, lanci nel vuoto e cadute per prendere la pallina…della serie “PING PONG no limits!”

A marzo 2020 un “piccolo problemino” arresta la nostra corsa … … e non siamo più ripartiti. Nel gruppo di “pongisti” sono cambiate tante cose, famiglie che si sono ingrandite, impegni lavorativi e altre vicissitudini.

Ogni tanto ci pensavo…

Instagram viene in mio soccorso la primavera scorsa con una storia  dove si promuove un corso di ping pong, l’insegnante è un mio amico di gioventù di Dusino San Michele, il corso si tiene a Villanova d’Asti.

Et voilà…Presente!

Compro la racchetta nuova e sono pronta!

Imparo a fare il nuovo “per la palla” e gioco, ma non solo. Imparo cose nuove, ma tante cose nuove!!

Mi piace che l’insegnante corregga me e gli altri ellievi e ci insegni i trucchi del mestiere lasciando ad ognuno la propria vena pongistica!

Palleggi, scambi, palleggi, partite…vinco, perdo, mi diverto!

E’ uno sport di movimento, grande movimento, anche se potrebbe non sembrare.

E’ uno sport di grande attenzione, senso della misura, gestione delle emozioni.

Quando palleggio e gioco per la prima volta con una persona è come se iniziasse un dialogo e non so quale piega prenderà.

La seconda volta che gioco con la stessa persona…è possibile che la musica cambi totalmente.

Un paio di settimane fa ho giocato con un ragazzo molto giovane, un po’ di palleggi iniziali e qualche partita e …ho vinto.

La settimana dopo ritrovo lo stesso ragazzo e … non ne vinco una!!

Ma come è possibile?  Eeeeehhhh  è possibile! Ed è da stimolo per le prossime volte.

Naturalmente il tutto in armonia e sana e benevola competizione.

Vedo con piacere che non piace solo alle persone molto adulte, ma anche ai molto giovani  e al pomeriggio partecipano anche i bambini.

Non ci resta che iniziare:

“In che mano è la pallina?”

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